19 dicembre 2011

Dalla 'ndoccia il Natale sboccia (tanto per dare un titolo originale)

Penso di essere stato un bambino fortunato perché con la mia famiglia ho girato molto in cerca di posti e manifestazioni interessanti e/o divertenti! Qualche volta ancora capita ancora adesso di andare in giro a stupirmi con loro com'è successo occasione della 'ndocciata.


Il fuoco è uno spettacolo sempre originale, a prescindere da cosa stia bruciando. Sarà quella sua forza impalpabile, quel suo colore che non si riesce a definire con precisione, la sua forma "informe", il suo calore che ti brucia non appena ti avvicini, l'odore forte del suo fumo. Il fuoco è fuoco: ne abbiamo il cielo pieno; ne abbiamo la terra viva. Sarà per questo che basta accendere un fiammifero per emozionarci. Figuriamoci cosa può succedere quando passa una 'ndoccia!


Di cosa si tratta?! Di grosse torce di legno, ad uno o più bracci, che alcuni agnonesi si caricano sulle spalle e portano in sfilata lungo le strade principali del paese! Il bello è che queste grosse torce sono fiammeggianti e danzano, si rincorrono, girano su se stesse, mosse da bambini, ragazzi e uomini avvolti in tipici mantelli neri!

16 dicembre 2011

Guida al reportage - Fase 6: CARTOLINE E RITAGLI

Un giorno diventeremo tutti più o meno smemorati. Io lo sono già!!! Sarebbe un peccato dimenticarsi dei luoghi in cui si è stati ma non c'è pericolo: una reflex può aiutare un bel po'! Basterà scattare delle "foto d'insieme" verso il paesaggio nudo e crudo, dentro il borgo, ad un monumento, ad un bar vissuto da gente del posto. Aggiungerei anche qualche ripresa che in maniera più ampia possibile mescola la manifestazione nel luogo: solitamente si tratta di istantanee poco piacevoli da guardare ma sono come un "post-it" che in un solo colpo ci richiamano alla mente un insieme di momenti. Saranno foto spedite al futuro come tante "cartoline"!!! Inviate come per dire: "Sono stato qui ed è fantastico!!!".
Non bisogna dimenticarsi di queste foto in un reportage perché tutto il "palcoscenico" testimonia un momento storico che non si ripeterà più.
Oltre alle "cartoline" è buona cosa collezionare anche un po' di "ritagli" di vita vissuta che esula dall'evento che si fotografa: i turisti incuriositi o smarriti nella folla, bambini che strillano o che sorridono, gente del posto che osserva con attenzione i forestieri. Le cartoline ed i ritagli a rendono la storia "imperfetta" e cioè non esattamente coincidente con un schema...questa imperfezione è la cosa più bella da cogliere e raccontare in un reportage.

Guida al reportage - Fase 5: LA ROCK STAR

Ad un concerto non ci vado per guardare tutto il tempo verso il pubblico ne, tanto meno, per guardare solo il palco: ci vado perché tutto lo spettacolo è stato programmato per esaltare la rock star!!! Quindi se canto con lei, se guardo il palco come l'habitat delle sue canzoni e se mi butto nella mischia che balla, sono sicuro di divertirmi e di scattare con la mente delle fotografie indimenticabili!
Ecco, il reportage è la stessa cosa: bisogna cercare di individuare la "rock star" (anche un gruppo di rock star) che, da sola, può raccontare tutto di una storia. Non necessariamente dovrà essere il protagonista della manifestazione: può essere un bambino curioso oppure un anziano ancora affezionato ad una tradizione. Può essere un fotografo o un giornalista che si integra perfettamente con l'atmosfera o semplicemente un soggetto particolare nei lineamenti, nell'abbigliamento o negli accessori (una bandiera, un gadget, un binocolo, ecc.). Se si ha la fortuna e l'occhio di individuare un soggetto di questi sarà tutto più semplice e basterà seguirlo per tutto il tempo e raccontare la realtà attraverso le sue emozioni manifestate.
Non c'è dubbio che gli scatti rubati, magari scattati mentre il nostro soggetto non ci vede, saranno i migliori perché riporteranno le espressioni più spontanee.
Cento scatti alla "rock star" sembrano tutte uguali, anche se non lo sono. Cinquanta sono tremendamente noiose. Venti cominciano a non essere più originali. Quindi? Bastano sette/otto scatti per ottenere il massimo da un soggetto, ovviamente in ambienti e situazioni diverse, magari con punti di vista sempre alternativi.
"Pedinare" un soggetto ha un altro vantaggio: si è "costretti" a seguire un percorso evitando di restare fermi ad aspettare che davanti ai nostro occhi si avvicendino tutti gli attori di una situazione.
C'è una sorta di modo di dire che condanna chi corre sotto la pioggia a bagnarsi di più di chi cammina...nel fotoreportage succede che chi scappa di qua e di la si perde tanti particolari che avrebbe potuto cogliere attendendoli con pazienza davanti ai propri occhi! Girare intorno ad un protagonista aiuta, sicuramente, a rubare tante espressioni istantanee. Attenzione! Questo non vuol dire che di tanto in tanto non bisogna voltare l'obiettivo verso altre scene!!!

15 dicembre 2011

Guida al reportage - Fase 4: PROGETTO

La vita è imprevedibile e perciò non conviene fissarsi troppo su quello che può succedere anche davanti alla nostra macchina da presa. Alcuni obiettivi, però, ce li possiamo porre...e chi ce lo vieta?!
E' il nostro modo di essere oppure è come ci siamo svegliati che ci spinge ad essere dei fotografi attenti alle minime espressioni emozionali oppure fotografi che preferiscono non entrare in confidenza con gli attori riprendendo in maniera distaccata una certa situazione.
Non si può dire che una scelta sia giusta e l'altra meno. Si tratta solo di stabilire il grado di approfondimento del reportage: emozionale o descrittivo. Teoricamente basterebbe poco ad attuare ciascuno dei due approcci: nel primo caso (reportage emozionale) basterebbe scegliere obiettivi di grande lunghezza focale, oppure effettuare riprese molto ravvicinate direttamente da dentro la scena. Nel secondo caso (reportage descrittivo) basterebbe un punto di presa più "lontano" e meno confidenziale. Magari arrampicati sopra un balcone!
Nella realtà sono i particolari che si cercano e che si trovano a determinare la tipologia dello scatto ed è conveniente arricchire il reportage con foto emozionanti e foto descrittive in modo da restituire un quadro generale della storia.
Se la mamma non ci avesse detto che cappuccetto rosso aveva un vestito rosso, come si sarebbe chiamata la storia??? L'importanza della descrizione...
Se la mamma non ci avesse detto del naso grande, delle orecchie grandi, degli occhi grandi, ecc, avremmo capito chi c'era nel letto della nonna? L'importanza dei particolari e quindi delle emozioni!
Nel "progetto" si deve pensare di dedicare un bel po' di spazio ai "fuori onda" e "dietro le quinte". Certi momenti li vivono i protagonisti, da soli. E quei momenti nascondono ansie, momenti di tensione, sorrisi, congratulazioni o rimproveri. Un reportage darà soddisfazione quanto più completo sarà.
Scattare 500 fotografie tutte in un'occasione non deve farci pensare che non c'è sfuggito manco un secondo  del racconto e che il tutto funziona! A 'sto punto uno comprava una telecamera e faceva il filmino cogliendo momenti belli e brutti tutti insieme!!! Personalmente ho la cattiva abitudine di riempire una, due, tre schede di memoria e di gettare nel cestino un sacco di schifezze. L'autocritica è un punto a favore ma bisognerebbe cercare di progettare delle uscite con un numero limitato di scatti. Il rullino era un amico ed un nemico: 36 scatti al massimo...come uscivano, uscivano...! Dunque massimo impegno, creatività a palla ed attenzione scrupolosissima. 36 istanti, sul posto, non sono molti. 36 foto, al computer, sono tantissime e rischiano di raccontare una storia troppo lunga! In definitiva bisognerebbe partire da casa con l'obiettivo di non eccedere nelle foto destinate alla spazzatura e di godersi una ventina di scatti ben composti e raccontati.

9 dicembre 2011

Guida al reportage - Fase 3: L'INVISIBILITA'

La polvere magica per diventare invisibili non l'ha impacchettata ne Nikon, ne Canon, ne qualsiasi altro colosso mondiale della fotografia!!! Eppure sarebbe cosa assai gradita per i super eroi moderni e per noi amanti del reportage...però si può imparare ad essere invisibili e bisogna farlo bene perché è l'unico modo per poter catturare gli istanti senza provocare disagi ed imbarazzi che potrebbero falsare un reportage.
Per essere invisibili si può tenere la barba, ve l'assicuro io!!! E' indispensabile, però, avere rispetto e delicatezza nei confronti dei protagonisti (vedi l'articolo) in modo che possano interpretare la loro parte senza preoccupazioni. Capita a chiunque di incepparsi mentre si fa una cosa con la quale si ha grande confidenza e si ha davanti qualcuno che ci squadra e ci controlla...
Nei limiti del rispetto bisogna sapersi conquistare un po' di "confidenza" con i soggetti. A volte è utile fare due chiacchiere tenendo la macchinetta dentro la borsa per instaurare un rapporto amichevole con chi comparirà nelle nostre istantanee. Sicuramente aiuta fare domande sul posto, sulla tradizione, sul personaggio: la cosa lusinga i protagonisti e magari ci da pure qualche consiglio e qualche spunto su cui lavorare durante il reportage.
Se non si ha questa possibilità si deve cercare di far abituare l'occhio dei protagonisti alla nostra presenza: davanti a loro basterà scattare un po' di foto di qua e di la senza puntargli l'obiettivo contro. Così facendo non  daremo più alcuna preoccupazione ai soggetti e ci saremo conquistati tutta l'invisibilità che ci serve!
Tanto per fare un esempio: se indosso il vestito da Arlecchino ed esco in piazza, in un primo momento avrò gli occhi di tutti addosso ma poi, piano piano, gli occhi di tutti si abitueranno ai miei colori e dopo un po' non susciterò più troppo interesse (devo provare 'sto fatto)!!!
Una sola accortezza è necessaria per ottenere questa virtù: bisogna stare sul posto con più anticipo che si può!

Guida al reportage - Fase 2: LA COMPAGNIA

Vivere una manifestazione con altre persone è sicuramente piacevole ma forse è il momento di fare una bella lista con le compagnie da evitare e da tenersi strette!!!

Diffidare dalle persone che conosci che:

- non amano la fotografia;
- non sono interessate all'evento;
- chiacchierano e richiedono attenzione...sennò si offendono!!!
- hanno sempre problemi di orari e quindi "...maaaa...tra mezz'ora ce ne andiamo?...ma quando finisce qua???";
- non sono disposte a sporcarsi, arrampicarsi, correre e saltellare di qua e di la;
- si perdono e quindi il tempo a disposizione se ne va per cercare il posto sperduto dove sono andati a finire!!!

Diffidare dalle persone che trovi sul posto che:

- ti dicono di aspettare lo spettacolo dove stanno loro: il fotografo sei tu e, al di là dei consigli sempre ben accetti, gli eventi vanno vissuti non solo restando fermi ma anche immergendosi nelle situazioni;
- ti offrono da bere...alcolici!!! Nei paesi molisani rischi di non fare nemmeno una foto se non al bicchiere e alla bottiglia;
- ti chiedono le impostazioni fotografiche che stai usando: puntualmente trovi quelli che prima ti criticano e ti fanno innervosire e poi sono i primi ad usarle!!!

Sono consigliate le persone che conosci che:

- sono del posto e ti sanno portare dietro le quinte di quello che accadrà: gran parte dello spettacolo è quello;
- fotografi o escursionisti con cui c'è feeling e non occorre dirsi che "la festa la chiudiamo noi!!!";
- stanno bene anche con un panino e sanno adattarsi senza lamentarsi;
- sono disposte ad aiutarti.

Sono consigliate le persone che conosci sul posto che:

- sanno farti da guida;
- ti coinvolgono anche direttamente in qualche piccola iniziativa istantanea;
- le Rock star (vedi articolo).

E' sconsigliabile andare in giro in troppe persone: due o tre compagni di viaggio sono un numero accettabile. A volte è anche meglio andare da soli per seguire al meglio il proprio intuito e prendersi tutte le responsabilità se il reportage non ci ha soddisfatto.

Guida al reportage - Fase 1: INFORMAZIONE

Lo dicono e lo scrivono tutti: bisogna sapere dove si va e bisogna cercare di immaginare quello che ci si può trovare davanti. Ho un sacco di libri sul Molise, quindi quando si tratta di girare dalle mie parti posso dire di essere quasi ferratissimo! Però se voglio raccontare un luogo con tutte le sue situazioni devo cercarmi un po' di notizie e il web ne è una fonte incredibile. Quindi la prima operazione è capire da subito la situazione che si troverà leggendone le radici, le motivazioni, gli obiettivi e lo spirito dei protagonisti!!!
Poi io faccio così: vado su Flickr e cerco e guardo tutte le foto scattate all'evento a cui sono diretto (o qualcosa di simile). Questa operazione può dare sicuramente qualche spunto e, dando un'occhiata anche agli exif delle fotografie (exif = dati di scatto), si può anche cercare di capire con quali lunghezze focali sono ottenute le foto migliori. La fase è utile per fare i "bagagli" prima di partire.
Va sicuramente dato uno sguardo al meteo "ora per ora" per valutare se potrebbe essere utile portare un filtro polarizzatore, un filtro ND, dei cookie gelo più per proteggere gli strumenti dalla pioggia, capire se si arriva con il sole già tramontato e quindi stabilire la necessità di un cavalletto per evitare (o favorire) foto mosse.
Su Google Heart guardo che strada mi tocca fare per arrivare sul luogo del reportage. Non è tanto la paura di perdermi la mia (perché tanto mi perdo anche con il navigatore) più che altro può essere importante sapere se la strada che si fa sia panoramica, se passi per boschi, per valli e se presenti spazi per accostarsi a fare due scatti anche via facendo. Questa operazione può essere d'aiuto anche se alla fine la realtà è tutta un'altra cosa.

Guida al reportage

Butto giù due righe che forse servono più a me che a voi lettori. Quando hai una macchina fotografica e voglia di scattare, la prima cosa che ti viene in mente è di fare una bella foto al tramonto e quindi ti arrampichi sulla montagna più alta che sta vicino casa e fai 300 foto tutte uguali mentre il sole scende di un millimetro alla volta. Oppure fai una foto ad ogni componente della famiglia, al cane, al gatto, al pesce rosso. Poi arriva il giorno della fiera e scendi in piazza bello carico e con l'intenzione di riportarti a casa degli scatti fantastici! E invece? Invece vai per strada e ti perdi le cose più belle: o perché stai in posto sbagliato o perché hai montato un obiettivo non adatto a quel momento. Oppure hai dimenticato il tappo davanti al vetro o anche perché succedono più cose insieme e non sai da che parte buttarti!!! E poi, se proprio la sfiga ti vuole assalire, incontri qualche amico chiacchierone che nel frattempo ti fa perdere le migliori fotografie.
Come si è capito il tutto è molto "autobiografico": sono cose che mi capitano sempre, anche dopo i circa 30.000 scatti fatti con la mia reflex in quasi due anni.
Allora mi sono detto: adesso mi appunto un po' di consigli utili sul reportage che provengono dalla mia esperienza sul campo. Correggerò questo post man mano che imparo cose nuove così tra 50/60 anni sarò diventato più bravo e avrò scritto la guida perfetta per il foto reporter!!! Ambizioso?!?
Per non perdere mai di vista questi appunti che pubblicherò come singoli post, ho creato anche una pagina che raccoglie tutti i miei consigli!  Clicca qui per dare un'occhiata!!!

18 novembre 2011

Come lo segno il lago di Occhito sulla mia cartina?

Tanto per usare una rima, ormai diventata noiosissima perché  funziona per qualsiasi cosa, voglio comunque dire che "Fotografare in compagnia è la cosa più bella che ci sia"! Se poi si va in giro con amici nuovi si possono inventare disegni di luci sempre diversi e divertenti!!!


Ti metti d'accordo sulla macchina, sul posto dove andare, sui panini e poi parti in marcia verso la "trincea" da cui scatterai i tuoi colpi segreti!
Il problema quando si esce a fare le foto in compagnia è che ognuno spera in un tempo atmosferico diverso: c'è chi è freddoloso e quindi vuole il caldo; chi ha le calorie di un treno a vapore e gradirebbe un po' di fresco; chi, solo perché ha il K-way e la cappottina impermeabile per la borsa, vorrebbe un po' di pioggia; chi non ha i capelli lisci e non ha paura che la nebbia gli arricci la riga! Io sono tra quelli che...l'importante è fotografare e non scattare le cartoline, per cui l'unico cielo che mi indispettisce un pochino pochino è quello completamente sereno!!!
Va bene. Basta parolare. Parliamo di questa bella gita al lago di Occhito fatta insieme ad Andrea.
Con la macchina carica di attrezzatura e gli occhi carichi di meraviglia ci siamo gasati per aver beccato una così bella giornata di sole. Ed infatti, dopo 25 km circa dalla partenza, siamo arrivati al bivio verso il lago di Occhito e lì, con tanto di indisponenza, ci aspettava la nebbia più grigia e triste che c'è.


E noi lì a balbettarci idee fotografiche e nuove mete. Però l'ho detto qualche riga fa che l'importante è fotografare, quindi...vai con i click.


Addirittura sembrava che quella nebbia fosse tutta l'acqua del lago in fase di evaporazione perché il bacino appariva secco ed assetato! Nonostante tutto l'immagine che avevamo davanti agli occhi era simile a quei servizi che National Geographic chissà dove realizza.
E mentre come due uomini della nebbia avevamo impostato i parametri di scatto nella maniera più idonea, ecco rispuntare il sole. E noi, come due uomini del sole, abbiamo dovuto reimpostare i parametri di scatto!!! Meno male che la Nikon aveva già previsto tutto e ci ha messo a disposizione due rotelle (o ghiere che dir si voglia) per ricaricare i colpi!


Se io racconto che nel Molise c'è il deserto mi sa che non mi credete. Sicuramente fate benissimo, però non ditemi che certe collinette non sembrano fatte di sabbia. Inoltre, il vantaggio del nostro deserto è che non ci sono "viaggi delle dune" per cui se tu costruisci la tua casa qui sei sicuro che, dopo la nottata, la ritrovi dove l'hai messa!!!


Vogliamo anche dire che se vai nel deserto non puoi fare delle foto autunnali?! Diciamolo...nel Molise, invece, si può!


Certo, ci sono anche dei limiti: magari vicino al deserto trovi animali velocissimi mentre qui da noi, forse per paura degli autovelox, trovi bestiole che hanno un passo meno sostenuto. Cambia poco.


Cambia che che nel deserto non ti basta fare una discesa per trovare un'oasi.


In Molise passi davanti alla porta di accesso ad una contrada, ti fai una discesa a picco e trovi un lago gigante come quello di Occhito!!!


Ci sono gli alberi,


gli animali,


ed anche i panini da sgranocchiare ad ora di pranzo!


E se hai i capelli fuori posto, l'acqua è uno specchio in cui la tua immagine può riflettersi. Magari puoi trovarti specchiato insieme ad un cinghiale assetato oppure insieme ad un gabbiano narciso.


Cos'altro abbiamo in comune con il deserto? Le case scavate nella roccia!


E poi? Come nel deserto non c'è nessuno per cui c'è tutta la tranquillità ed il silenzio per restare a godersi in pace la natura.

4 ottobre 2011

24 talenti a cui affidare una Leica X1

"Se pensi di avere occhio, creatività, talento.
Se vuoi raccontare il tuo mondo con la fotografia. 
Se vuoi farlo con una Leica X1.
Raccogli la sfida.
Cerchiamo 24 talenti della fotografia a cui affidare una Leica X1,
perché ci raccontino dal proprio punto di vista la loro città. 
24 autori che abbiano il coraggio di mettersi in gioco e di farsi giudicare e votare dal pubblico. 
24 campioni tra cui scegliere i migliori,
che avranno l’opportunità di entrare insieme a Leica nel mondo della grande fotografia."

Impazza su facebook e su qualsiasi forum di fotografia questo concorso che pare assai divertente! Prendi tre foto del tuo repertorio e le metti in gioco. La scelta degli scatti è difficile perché a quanto pare non c'è un tema che dia qualche linea guida e quindi non c'è dubbio che bisogna rovistare tra gli scatti più originali che si conservano! Bene, a quel punto il gioco è fatto: bisogna solo aspettare che i propri supporter si scatenino a suon di "Mi piace"... (le mie sono qui Stefano Di Maria)!
Mi sono fatto una bella "passeggiata virtuale" tra le foto appese alle "pareti del web" e devo dire che ci sono tanti bei momenti ripresi con originalità, con sentimento e con creatività. Ce ne sono tanti altri che vagano nell'indefinito (non si capisce di che si tratta o non si sa perché stanno lì), altri un po' bruttarelli ma apprezzabili per il coraggio! Tutto normale.
Mi dispiace per quelli che su tre foto ne mettono una bella e due "così così"...che fai in quel caso? Ce lo dai il voto? Boh, secondo me Leica doveva mettere tre pulsantini separati.
C'era da aspettarsi la cosa più sconcertante: ci sono delle foto oggettivamente meravigliose che si trovano pochissimi apprezzamenti; altre foto molto scadenti arrivano a centinaia e centinaia di voti!!! Morale della favola: per cercare di diventare un bravo fotografo ci vuole almeno una famiglia bella numerosa ed un sacco di amici su facebook! Solo se stai attrezzato ce la puoi fare...e pensare che ci stanno quelli bravi per davvero che non superano manco i preliminari di Champion's solo perchè non hanno tifosi!!!

Ed io? Ce li ho un po' di supporter? Se vi fa piacere potete esprimere QUI il vostro gradimento!!!
Vi ringrazio in anticipo!

21 settembre 2011

Il giorno più freddo di luglio? Ero vicino Isernia!

Fino a luglio credo che l'estate non si sia vista granchè quest'anno. Diciamo che il caldo c'è stato solo nella settimana in cui io sono dovuto rimanere a letto alle prese con una bronchite micidiale!
Ancora con la tosse ed un fastidio dietro le spalle, verso la fine di luglio me ne andai con mio zio verso Isernia: Pesche, Miranda, Pettoranello, Forlì del Sannio...
Si sa, che gli itinerari cambiano strada facendo: certe volte si resta delusi di una zone e si preferisce invertire la marcia. Altre volte si trovano posti meravigliosi per puro caso e si preferisce lanciarsi nella scoperta del luogo.
Quella mattina la prima tappa fu Pesche. Dentro la macchina faceva un caldo micidiale e, d'altronde, le previsioni del tempo portavano sole battente e quindi non ci pensai due volte ad uscire di casa con una maglietta a manica corta (come penso sia normale fare a fine luglio). Arrivati a Pesche sono sceso dalla macchina per far manovra a mio zio ed ho cominciato a sentire un fresco clamoroso! Quelle temperature che in montagna iniziano a farsi sentire dopo il ferragosto, quando le persone cominciano a fare riserva di legna.
Non era solo la mia impressione di convalescente da bronchite. Quel fresco lì lo sentiva pure mio zio!
Va be', pazienza...stai lì e ti fai fermare dal termometro poco clemente?
Iniziammo il giro in una parte del borgo poco abitata: qualche gatto selvatico, diverse piante arrampicate sopra i muri e nemmeno una persona!

Il vuoto evoca emozioni quando lo si attraversa: pace o solitudine, insicurezza o libertà, curiosità e timore di trovare chissà cosa...trasmettere questo in una foto non è poi così semplice: addirittura anche le cose più grandi, come una grossa casa abbandonata, rischia di occupare l'intera fotografia lasciando un forte vuoto e per trasmettere qualcosa bisogna inventarsi qualche scatto cercando di non fare l'errore più classico: fare una foto artistica che si stacca dalla realtà e non riesce a raccontarla per come è davvero.

29 agosto 2011

I concorsi ammazzano la fotografia!

Se esco con la macchinetta a tracolla torno a casa con 200/300 scatti (per fortuna che non pesano): alcuni rubati alla realtà così com'è, altri "preparati", altri "copiati" a quelli già visti in giro (niente di male, si prova a rifare), altri completamente sbagliati. Alla fine ne conservo solo qualche decina!!! Mia madre mi da del pazzo perché secondo lei sono tutte belle...addirittura la pensano allo stesso modo mia zia, mio cugino e qualche mio amico che mi deve volere proprio bene!!!...Io li ringrazio tutti di cuore ma non è affatto così: io di opere d'arte non ne faccio! La fotografia, quella di qualità, è una cosa seria e va guardata con attenzione e con competenza (senza offendere il gusto dei miei sostenitori)!
Nei libri che di tanto in tanto sfoglio ho trovato una vecchia regola: su un rullino da 36 foto se ne dovevano scegliere solo 3...il resto erano da cestinare! Sembra esagerato, ma è l'unico modo per migliorare la qualità dei propri scatti. 3 su 36 vuol dire che si analizzano tutte le fotografie, una per una, e si vanno a studiare i minimi dettagli. In questa maniera quando si torna di nuovo in strada a fotografare si fa più attenzione e quindi si impara a catturare al meglio ciò che ci colpisce. Quindi su 300 fotografie ne dovrei salvare una trentina...
Ma di questa trentina, quante sono veramente belle?
Certe volte lo sono tutte quante e certe volte non se ne salva nessuna: dipende dal posto in cui sono stati fatti gli scatti, dipende dall'attenzione che c'ho messo a scattare, dipende dalla fantasia che mi illuminava in quel momento.

1 luglio 2011

La sfilata dei Misteri

La vigilia di alcuni eventi mi mette carica, impazienza e rende l'attesa veramente lunga! In tutto questo il mio organismo finisce per non riposare, per dimenticare la stanchezza e per farsi passare anche il sonno!!! Ad esempio domenica mattina la mia sveglia è suonata alle 5:20 dopo aver dormito meno di tre ore. Io che non sono abituato a quegli orari non c'avrei scommesso una lira che al risveglio sarei stato arzillo come un grillo, e invece...
Già qualche settimana fa ho raccontato su questo blog dei provini dei bambini per salire sui Misteri, oggi, invece, annoto un po' di descrizioni e sensazioni legate al giorno della sfilata.
Alle 6.00 del 26 giugno si può dire che il sole è quasi già padrone della città ad eccezione di alcuni spazi d'ombra che, se si esce a maniche corte, provvedono a raggelarti le braccia! Le scelte erano due: o portarsi una maglia a maniche lunghe per stare bene nel fresco dell'alba con l'inconveniente di trovarsi con l'ingombro della maglia quando le temperature andavano ad alzarsi, oppure uscire di casa come un eroe, direttamente a manica corta!!! Ho scelto la seconda possibilità!
Quando sono arrivato al museo dei misteri c'erano già un bel po' di persone a lavorare per preparare i carri: alcuni erano già stati tirati fuori dal museo mentre altri erano in "dormi-veglia" al loro posto.

28 giugno 2011

I limiti nella fotografia

In attesa di nuovi appunti di viaggio che scriverò appena avrò un po' di tempo, mi soffermo a riflettere su alcune situazioni che possono interessare qualsiasi tipo di "fotografo", da quello più scarso a quello più bravo.
Nei libri di fotografia che conservo gelosamente e tra i numerosi appunti che si trovano su internet leggo sempre che una buona fotografia va ricercata tra i punti di vista insoliti che si hanno rispetto ad un soggetto. Quindi si chiede spesso di abbassarsi, di salire su qualche sorta di piano rialzato, di allungarsi, di sporgersi e così via...
Io potrei anche concordare con questo suggerimento ma credo che non bisogna mai esagerare riconoscendo dei limiti. Perchè dico questo? Qualche giorno fa a Campobasso c'è stata la bellissima sfilata dei Misteri (di cui parlerò a breve). Ho avuto modo di vedere che, pur di fare delle fotografie inconsuete, i fotografi hanno rischiato più volte di creare dei macelli impressionanti! Un carro dei misteri pesa intorno ai 500 kg (e anche di più), viene portato da una decina di persone ed caricato di almeno 3 o 4 figuranti...quindi rischiare di fare delle foto mentre i carri si muovono e intrufolarsi con le mani e con il corpo tra i portatori dei carri è veramente da irresponsabili. Eppure, per sentirsi più "artisti", ci sono dei pazzi che fanno cose di questo genere.
La fotografia, secondo me, deve essere rispettosa e deve raccontare con una certa discrezione...
Sempre in questi giorni ho avuto modo di notare la sfacciataggine di alcuni fotografi di scattare senza che i soggetti non fossero d'accordo oppure sfruttando momenti di tristezza o di dolore delle persone. L'affannosa ricerca dell'arte a tutti i costi non è cosa buona. Avere in tasca uno scatto emozionante è sicuramente motivo di orgoglio, ma non può calpestare la dignità altrui...

18 giugno 2011

Scatti all'infiorata di Campobasso

Della tradizione dell'infiorata ho già parlato abbastanza qui per cui non mi sembra il caso di dilungarmi più di tanto. Piuttosto mi piacerebbe raccontare qualcosina sul tour fotografico che mi sono potuto permettere.
Il 31 maggio, per questioni di "lavoro", mi perdo sempre l'infiorata e spero che gli anni a venire si possa trovare una soluzione.
Quest'anno però mi sono voluto togliere lo sfizio di fare qualche foto alla fase di preparazione dei tappeti...meglio di niente!!! Quindi sono andato sul posto e mi sono messo a fare degli scatti di "reportage" tanto per raccontare la festa ai lettori di cusarellecambuasciane, evitando di mettermi a fare scatti troppo complicati o con la pretesa di essere "artistici".
Sono arrivato sul posto subito dopo pranzo e troppo presto per poter vedere qualche tappeto già realizzato.
La gente però era già in movimento per iniziare a portare le cassette di petali in strada, i riquadri di erba erano sistemati sul lastricato e i nastri erano stesi da palazzo a palazzo.
E piano piano ecco che i più giovani, con una migliore vista e con una buona manualità, iniziavano a disegnare le sagome dei tappeti con il gesso.

12 giugno 2011

Sb 900 in remoto: ecco come impostarlo!

Quando ho comprato il flash ho provato a lavorare tenendolo staccato dalla macchina, direzionando la luce  come preferivo...e così sono andato in crisi perché le foto uscivano nere!!! Il flash non illuminava nulla, eppure la luce veniva emessa.
Come sempre, tanto per cambiare, le istruzioni della strumentazione non sono mai chiare e così ho girovagato per giorni su internet fino a combinare la soluzione con le informazioni trovate:

1 - settare il tempo sincro flash (impostazione personalizzata e1 della Nikon D90) sul minimo, cioè 1/320 sec. (Auto FP);
2 - sostituire le batterie del flash con un set nuovo o fresco di carica;
3 - girare la leva del flash su "Remote";
4 - impostare  M(1/1) sul menù della fotocamera, sia per il flash incorporato commander che per il remoto.
L'opzione SU-4 deve essere tenuta assolutamente DISATTIVATA (da usare solo se si lavora con il precedente sistema wireless di Nikon, con da un flash pilota privo dei prelampi di monitoraggio e una o più fotocellule intelligenti SU-4 a supporto di altrettanti flash Nikon TTL prima generazione). Nel nostro caso a potenza manuale piena il flash esterno si scarica totalmente e quando arriva il "vero" lampo (quello di potenza) dal commander non lo trova ricaricato a fondo ed ecco la foto nera. Ad 1/2 di potenza il flash remote ha il tempo di ricaricarsi ed illumina la scena.

7 giugno 2011

Speriamo che mi mettono sui Misteri!

Nonostante qualche "tutore pubblico dei minori" abbia provato, metaforicamente, a smontare le impalcature dei Misteri, noi campobassani potremo contare "Un, du e trè...scannett allert!" per tutti i Corpus Domini a venire!
Non è nello stile di Clicktonature ma una riga di polemica la voglio fare: con tante manifestazioni pericolose, sanguinarie, di sfruttamento degli animali ecc. ecc. che ci sono, perché ci si deve accanire contro un corteo di colori, sorrisi e di così rara bellezza?
Secondo me ai bambini di oggi fa più male la televisione che una sfilata lungo le strade della città...Polemica chiusa.
Per salire sui Misteri e per fare da figurante bisogna superare una sorta di provino ed io, cittadino che comincia a chiedersi le prime cosine sulla tradizione della sua terra,  non lo sapevo!!! Pensavo ignorantemente che si faceva richiesta a qualcuno e più o meno si cercava di sistemare il proprio bambino.

La procedura è assolutamente diversa: ieri pomeriggio al museo dei Misteri c'era una folla incredibile fatta di soli genitori. I piccoli? Erano dentro che, a portone chiuso, aspettavano il loro turno per fare il "provino" (chiamiamolo così).

31 maggio 2011

La festa di San Pardo

Proverò a raccontare una delle tante belle tradizioni di uno dei bei paesi del Molise: la festa di San Pardo a Larino. E' una delle manifestazioni che più identifica la nostra cultura regionale: nasce dall'incontro tra la vita contadina e la devozione per il Santo patrono.
Mentre scattavo fotografie a destra e sinistra fino a riempire 8Gb di Memoria, ne ho approfittato per sapere di più della festa e spero di non appuntare cose inesatte!
La tradizione più o meno funziona così: San Pardo lo descriverei come un Santo a cui piace la buona compagnia e così per la sua festa vuole che gli altri Santi stiano insieme a lui nel giorno del suo "onomastico"!!! In tre giorni di fine maggio le famiglie ed i gruppi di amici escono con il proprio carro trainato da due buoi. Le bestie non hanno tutte la faccia molisana, molte vengono affittate e arrivano anche da molto lontano: Calabria, Abruzzo o dalle montagne del nord Italia! Queste vengono soggiogate per portare dei carri da lavoro di legno più o meno grandi che hanno delle cappottine ricoperte da fiori di carta preparati nei mesi precedenti la festa.


Il primo giorno i carri sfilano per il paese, vanno a prendere San Primiano che "abita" nella chiesa del cimitero e la sera, in fiaccolata, tornano tutti insieme nella cattedrale del paese.
Il secondo giorno in processione escono tutti i carri insieme ai santi portati a spalla e a delle persone che portano gli stendardi delle varie chiese della diocesi di Larino (perché San Pardo è patrono dell'intera diocesi).
L'ultimo giorno, siccome San Pardo non vuole sfigurare con i Santi invitati, i carri escono per la terza ed ultima volta per riaccompagnare ogni Santo a casa sua!
Dopo questa introduzione adesso racconterò un po' le mie impressioni e quello che io e la macchinetta abbiamo visto!

28 maggio 2011

La pulizia è la prima cosa!

Non è mia intenzione ricopiare o riscrivere quello che è ben spiegato in chissà quante pagine web. In questo post vorrei solo dare qualche consiglio per non combinare guai quando si da una ripulita all'attrezzatura fotografica. Farò un elenco riguardante cose che mi sono capitate o che per poco non mi capitavano...
1. Non fate stronzate (consentitemi il termine)!!! Questo è il consiglio principe con cui vi consiglio di evitare di fare dei tentativi se non siete sicuri che funzionano. Può accadere facilmente di fare qualche errore di cui potreste pentirvi amaramente perché è irrimediabile...
2. Corpo macchina: ogni operazione di pulizia va fatta a macchina SPENTA! Che non vi venga in mente di fare le pulizie "a motore acceso"! Non dico che si prende fuoco, ma qualche cosa si "brucia"!
Se volete spruzzare qualche liquido sul display della vostra fotocamera voglio raccomandarvi di non scaricarci sopra l'intera boccetta: basta un "puf" con il beccuccio rivolto verso lo schermo. Preciso questa cosa perché una volta mi sono spruzzato in un occhio ed ho sofferto di bruciore per un giorno!!!

22 maggio 2011

Pescolanciano e Miranda

...erano rimasti in sospeso gli appunti dell'ultima escursione fatta tra Pietrabbondante, Carovilli, Pescolanciano e Miranda. In pratica di Pescolanciano e Miranda non ho riportato nessuna nota e lo farò adesso!
Di Pescolanciano sono sicuro che qualunque molisano abbia visto il castello passando sulla statale e sono certo che chiunque, da lontano, resti affascinato dal mistero che l'edificazione riesce ad impersonare. Per arrivare in paese si percorrono delle curve da cui si ha sempre lo sguardo verso il castello che poi, ad un certo punto, non si vede più e si resta con l'indecisione: "Ma adesso siamo arrivati a Pescolanciano o stiamo da qualche altra parte?!?"...
L'ingresso del paese è costituito da una lunga strada rettilinea che attraversa prima un bel prato verde dove pascolano cavalli ed i ragazzi giocano con i loro cani. Si entra nel centro abitato e la strada mira dritta a raggiungere la piazza che, a dire la verità, mi è sembrata un po' troppo spoglia e moderna per appartenere ad un paese con quel castello!

20 maggio 2011

Lettera a Manuel

Caro Manuel,
quello che ti scrivo di seguito non sarà nulla di nuovo per quelli che smanettano con la reflex o con qualche compatta più avanzata per cui lo sforzo lo faccio solo per te!!! :) Se poi c'è anche qualcun'altro che trova questa lettura interessante tanto meglio! Cercherò di essere breve e di dire tutto ciò che serve per capire il concetto...poi possiamo fare anche una prova pratica sul campo!

La mattina, quando ti svegli, vai vicino alla finestra e apri la tapparella. Passi dal buio totale, ai primi raggi che entrano dai forellini della tapparella e poi, ancora un attimo dopo, avvolgi ancora e la luce entra gradualmente fino a quando la finestra è completamente scoperta ed il sole ti acceca! L'obiettivo fa lo stesso: tu apri il diaframma (che sarebbe la tapparella) e la luce entra a disegnare la foto. E fino a qua è facile, ma su questo punto ci devo tornare...

Immagina, poi, di stare in una stanza scura e di avere un cesto coperto pieno di lucciole. Ad un certo punto apri il cesto e lo tieni aperto: più tempo lo tieni aperto e più lucciole entrano nella stanza...e la stanza piano piano si illumina. La macchinetta ha un aggeggio che si chiama otturatore e gestisce il tempo di ingresso della luce. Per più tempo lo tieni aperto e più luce entra. E pure questo fatto qua è semplice. Ma tienilo a mente!

Ora mischiamo un po' di informazioni: lo scopo è fare delle foto che siano correttamente bilanciate...ne troppo chiare, ne troppo scure: PRECISE!
Allora cerco la combinazione migliore tra apertura del diaframma (tapparella) e tempo dell'otturatore (coperchio tolto). Se il diaframma lo apro tanto (valori f/1,4 - f/1,8 - f/2,8 - f/3,5) entra un sacco di luce però...si riduce la profondità di campo e cioè viene messa a fuoco solo una piccola zona della foto ed il resto viene sfuocato! In pratica se voglio fare un paesaggio e metto il diaframma a 1,8 la foto verrà tutta sfuocata...se metto a 8 la foto viene a fuoco...se metto a 22 esce ancora più nitida ma entra poca luce! Se vuoi provare a far finta di essere un artista puoi giocare parecchio con le aperture del diaframma e staccare dallo sfondo i soggetti!

19 maggio 2011

Orari di alba e tramonto

Mi prendo pochi minuti e qualche riga per fare un favore a quei lettori che amano scattare all'alba e al tramonto ma che non hanno voglia di farsi uno specchietto di riferimento in cui leggere, giorno per giorno, a che ora devono farsi trovare pronti per scattare!
Gli orari si riferiscono alla zona di Campobasso! Buona luce!


8 maggio 2011

L'anfiteatro più bello e la piazza più viva!

Non lo so quanto ci vorrà per girare tutto il Molise...sicuramente ora si sprecano le risate per questa affermazione però, anche se è la regione più piccola, per arrivare ai paesini ci vogliono curve, salite incredibili, strade distrutte e scorciatoie scomodissime!
Per adesso dovrei stare sui 35 paesini fotografati su 136 (se non sbaglio), anche se non ho ancora raccontato di tutte le uscite su questo blog...
L'altra mattina, sfruttando sole e giornata libera, ce ne siamo partiti verso quattro paesini: Chiauci, Pietrabbondante, Carovilli e Pescolanciano.
Tutti paesini sopra gli 800 m.s.l.m. e ricchi di storia, tradizioni e scorci piacevoli. A dire il vero a Chiauci bisognerà tornarci perché quando ci hanno detto che la diga non era ancora riempita abbiamo rimandato la visita ad un altro giorno. Tra l'altro sembra che ci siano cascatelle interessanti a cui bisogna andare per forza!!!
Arrivando a Pietrabbondante ho avuto l'impressione di avere davanti un paese elegante, ben sistemato tra rocce alte e ben equilibrate nel quadro complessivo che si ha del centro al primo colpo d'occhio. Le aspettative erano quelle di trovare un centro storico abbastanza "molisano" e cioè con molta pietra a vista ed una faccia più "antica". Invece ho trovato un paese un pochino troppo vicino ai giorni nostri, così come ho incontrato persone del posto non in grado di raccontarmi con uno sguardo o con un dialetto qualcosa di più della storia del paese.
Ciò non vuol dire che non sia rimasto soddisfatto; più che altro ho dovuto fare l'abitudine ad una realtà che immaginavo diversa.

18 aprile 2011

Un'escursione...in bottega!


Si può viaggiare senza andare lontano. A volte non bisogna neppure allontanarsi dalla propria città. Addirittura si può viaggiare andando a piedi...e forse con la benzina che costa così tanto è pure meglio!
Dunque stavolta sono stato a meno di un km da casa a chiacchierare con un artista amico di famiglia...
Lavora con la creta da quando era bambino e i suoi giochi ora sono diventati un mestiere! Adesso si entra nel suo laboratorio e lo si ascolta parlare in campobassano con spirito, colore, vivacità e tanta cultura della nostra tradizione. Non potevo capitare meglio visto che in questo periodo sono immerso nella scrittura del blog "Cusarelle cambuasciane"!

30 marzo 2011

Vuoto da far paura...

E' molto caratteristico...sembra un presepe! Così invitante che non ho saputo resistere a farmi quei 4 o 5 km di strada da casa per andare a vedere se da dentro l'impressione fosse la stessa!
Non lo so neppure io che cosa mi aspettavo, ma di sicuro non quello che ho visto...e sentito!!!
Tranquilli che non ho fatto testa a testa con i fantasmi!!!
A Ripalimosani sono arrivato nel medio pomeriggio dopo una crisi di studio...certe giornate sono di una noia terribile e, anziché stare a casa a non fare niente conviene uscire e riempire un po' di tempo che, altrimenti, andrebbe sprecato!
A due nonnine più o meno sorde (!!!) che si commentavano la mia presenza ad alta voce (credendo fosse bassa), ho chiesto dove fossero tutte quelle casette che si vedono dalla strada a valle. In preda alla voglia di dire tutto ciò che sapevano, e anche di più, mi hanno dato indicazioni ermetiche ed accavallate che ho fatto finta di capire alla perfezione!

28 febbraio 2011

Indiavolati!

Un territorio talmente piccolo che si può arrivare a conoscere tutti tramite amici di amici di amici! Gente così aperta che basta meno di un'occhiata per entrare in confidenza, ma così legata alle proprie tradizioni che quasi non lo fa sapere in giro! Perché poi, nei paesi, la gente ci tiene alla sua storia, al suo dialetto, al tramandare consuetudini e modi di fare!
Così come per i misteri di Campobasso, credo che i diavoli di Tufara siano di una originalità...unica!

Un giorno ho saputo per caso che nel pomeriggio ci sarebbe stata la manifestazione e così, bello imbacuccato in cappello e scaldacollo, mi sono messo in macchina e sono partito di primo pomeriggio con la paura di perdermi anche qualche briciola dell'atmosfera che chiude il Carnevale! Per fortuna sono arrivato in orario e appena in tempo per trovare nel centro storico un amico di una mia amica, tanto per confermare quello che ho scritto sopra: ci si può conoscere tutti!
E, nella casualità, la fortuna è stata che suo fratello aveva un gruppo di amici con il proprio diavolo! Per di più, essendo un tantino in anticipo, ho avuto la possibilità di seguire tutte le fasi della festa, a partire dalla preparazione!

15 febbraio 2011

Rieccomi qua!

A grande richiesta riecco in linea il mio diario di viaggio!!! In realtà in linea c'è sempre rimasto ma siccome avevo pubblicato degli articoli di fotografia dimenticando di citarne la fonte, ho preferito essere corretto e diventare invisibile!!!
Adesso mi sono fatto una libreria privata e "ClickToNature" è di nuovo visibile e pronto per raccontare altre escursioni nel fantastico Molise!
Buona lettura e, se avete posti belli da segnalarmi sarò felice di farmici una bella uscita!!!